Democrito





Democrito. - Filosofo greco, nato ad Abdera, vissuto tra il V e il IV sec. a.C., è considerato insieme con Leucippo uno dei fondatori della dottrina atomistica, secondo la quale la realtà è costituita da un numero infinito di elementi corporei finiti e indivisibili (atomi), dotati di moto, grandezza e figura, che muovendosi in un vuoto infinito danno luogo, aggregandosi e disgregandosi, al nascere e perire delle cose.

atomismo Concezione metafisica secondo la quale la realtà è composta di atomi, cioè di particelle indivisibili eternamente in movimento, le quali - aggregandosi e disaggregandosi - danno origine ai differenti corpi e al loro divenire (nascita e morte). Introdotto nell'antichità da Leucippo e Democrito, l'a. fu ripreso da Epicuro e passò nel mondo romano grazie a Lucrezio (che ispirò a esso il suo poema De rerum natura). Pur avendo lasciato scarse tracce nel Medioevo, l'a. tornò in voga nel Rinascimento e si affermò negli ambienti della nuova filosofia (G. Bruno) e della nuova scienza (F. Bacone). Nel 17° sec. - grazie a G. Galilei, R. Descartes e P. Gassendi - la concezione atomistica ricevette una formulazione più precisa, di tipo quantitativo.


meccanicismo Ogni concezione che consideri l’accadere, tanto fisico quanto spirituale, come il prodotto di una pura causalità meccanica e non preordinato a una superiore finalità. 
Nel senso più generale, il m. indica una concezione del mondo fisico che spiega i fenomeni naturali attraverso il movimento locale di corpi dotati di caratteristiche meramente quantitative. Questa concezione si esprime già nel pensiero antico con il sistema atomistico di Leucippo e di Democrito: la materia è costituita di atomi, elementi compatti e indivisibili che si muovono, nel vuoto, in tutte le direzioni; la forma geometrica degli atomi e il loro moto spiegano i fenomeni, e le qualità sensibili sono il prodotto dell’azione meccanica dei corpi sugli organi di senso. 

PENSIERO in breveHa sviluppato rigorosamente la concezione atomistica di Leucippo, abbandonando però il grossolano empirismo fisico del maestro e mirando a una spiegazione metafisica della realtà. Così il momento "eleatico" riappare nella sua gnoseologia rinsaldato per la distinzione rigorosa fra conoscenza sensibile e conoscenza intellettuale, e solo a quest'ultima è riconosciuto il carattere di certezza: le qualità sensibili sono convenzionali (νόμῳ), la conoscenza delle verità attraverso il travaglio scientifico della ragione si pone invece come la più alta esigenza del βίος ϑεωρητικός, con cui una saggia ed equilibrata morale dovrebbe far coincidere anche la vita pratica. Guardata sotto questo profilo, la concezione atomistica di D. non può essere considerata soltanto una meccanica conciliazione del monismo eleatico col pluralismo, ma va vista come un superamento della metafisica parmenidea in forza di una nuova metafisica che fa del non-essere il tessuto dell'essere. È difficile dire, soprattutto per la scarsezza di documenti, se l'atomismo di D. fosse deterministico o casualistico: la propensione degli studiosi è verso quest'ultima interpretazione. Dal punto di vista fisico è particolarmente interessante la concezione atomistica, cioè discontinua, della materia; l'atomo di Democrito è considerato come l'unità elementare dell'Essere, fisicamente indivisibile, oltre che immutabile ed eterno: la formazione dei corpi, e in primo luogo quella dei cosiddetti elementi (fuoco, aria, acqua, terra), viene spiegata da D. in senso rigidamente meccanicistico come una conseguenza dell'incessante ed eterno movimento vorticoso degli atomi che determina, per qualità geometriche, il raggruppamento di elementi simili. In contrasto con la filosofia dominante nel Medioevo, le dottrine democritee e epicuree cominciarono a tornare in onore all'inizio dell'età moderna, e, ad opera specialmente di Bacone e di Galileo, contribuirono allo sviluppo della nuova filosofia naturale.

(da Enciclopedia Treccani)

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