Per molti è ormai un gesto obsoleto, tanto da scatenare un acceso dibattito negli ultimi giorni: gli studenti devono alzarsi in piedi, come una volta, quando l’insegnante entra in classe?
La nostra risposta è sì e vi spieghiamo il perché, riprendendo le parole dello scrittore Ferdinando Camon sul quotidiano Avvenire del 5 novembre:
"Non rispetti un nome e cognome, ma un ruolo. Nel caso della scuola, rispetti il ruolo dell’insegnante, perché è lui che, insegnandoti la sua materia, ti insegna a vivere. Tra studente e professore esiste sempre una differenza di “sapere” e di ruolo, uno sa e dona il suo sapere, l’altro lo riceve e ringrazia per quel dono. Il ringraziamento si esprime con l’alzata in piedi. Nella professione d’insegnante non esiste maggiore soddisfazione che quella d’insegnare quel che ti piace, il che vuol dire studiare quel che ti piace. Tu entri in classe e vai alla tua cattedra, i ragazzi si alzano in piedi. Per te? No, per quel che tu gli porti quel giorno"
[...e perché il docente rappresenta quel sapere che, bene o male, in modo più o meno efficace (non è questo il punto!) cerca di far scoprire agli alunni ogni giorno. Rappresenta, inoltre, un'istituzione, quella della Scuola che come tale va rispettata!].
[...] Educare significa anche passare dai piccoli gesti, da un banale “per favore” o “grazie”: non è educazione alle buone maniere, ma testimonianza della traduzione di concetti spesso astratti in piccoli azioni quotidiane.
Le azioni sono fondamentali per educare.
Come abbiamo spiegato riprendendo un noto manuale di pedagogia generale (qui l’articolo), l’educazione non si mette in atto solo attraverso i piccoli gesti, ma nemmeno con le sole parole.
Si fa educazione quando, accanto alle abitudini, riusciamo a farne percepire il reale valore e la nostra convinzione. Ma ciò non toglie che queste abitudini vadano rispettate!
Un insegnante che sappia spiegare ai suoi studenti perché si devono alzare (ad esempio, per tutelare la rilevanza sociale per un ruolo che ogni giorno perde prestigio nel nostro paese) non li sta prevaricando; semplicemente, sta ponendo dei paletti e sta insegnando il rispetto delle regole (e il rispetto in sé)
Parliamo spesso di come la gentilezza e la gratitudine possano cambiare il mondo. Perché ciò avvenga, occorre fare un passo indietro e non banalizzare i piccoli gesti che possono fare la differenza.
"Non importa quanto insignificante possa essere la cosa che dovete fare, fatela meglio che potete, prestatele tutta l’attenzione che prestereste alla cosa che considerate più importante. Infatti sarete giudicati da queste piccole cose". (Mahatma Gandhi)
[tratto da: sito]
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